Un appuntamento a settembre con il bacalà, cioè lo stoccafisso. Sandrigo, in terra vicentina, lo festeggia. In gemellaggio con la Norvegia
Disclaimer: non c’è alcun errore di ortografia nel titolo. C’è, piuttosto, una finezza vernacolare. Perché il bacalà dell’omonima festa di Sandrigo in provincia di Vicenza è rigorosamente scritto con una “c” sola. E attenzione, il festeggiato non è il baccalà – quello salato, che nel resto d’Italia scriviamo e pronunciamo con due “c”. È lo stoccafisso, quello fatto essiccare. Che alla vicentina e con polenta è un assioma della cucina locale, nonché un grande amore dei vicentini nativi e di quelli occasionali, i frequentatori della festa.
Così, dopo le restrizioni pandemiche torna in piazza e in presenza, dal 15 al 26 settembre (con Gran Galà il 13 sera) la Festa del Bacalà. È giunta alla sua 35^ edizione e con un palinsesto abbastanza impegnativo. L’intera comunità di Sandrigo è per due intere settimane coinvolta in questa festa tuttora molto sentita, che vede moltissimi cittadini tra i volontari direttamente impegnati ai tavoli e nel servizio.
Lo stoccafisso, scoperto in Norvegia causa naufragio e portato in Italia con grande visione commerciale dal nostro navigatore Pietro Querini nel 1432, arriva dalla Norvegia. Altro non è che merluzzo nordico, della specie Gadus Mohrua. Ora come allora. E quello per la festa è uno stoccafisso IGP del Consorzio Torrfisk Fra Lofoten. Sì, IGP. Per l’unicità della lavorazione del prodotto norvegese. Lo prepara per la festa l’azienda Saòr del Mar.
Come dietro a tanti piatti italiani dalle forti connotazioni storiche, anche dietro al bacalà c’è una confraternita. Cioè un organismo custode della tradizione, fedele ai propri costumi, a uno statuto e al vaglio attento dei nuovi confratelli che vengono affiliati con una cerimonia di investitura. Cerimonia davvero singolare, dove lo strumento ufficiale non è la spada di qualche cavalierato, ma uno stoccafisso capobranco, cioè essiccato in segno di rispetto con tutta la testa – come vuole la tradizione dei pescatori norvegesi.
Programma completo e info sul sito www.festadelbaccala.com
Una dritta per bacalòfili, valida per tutto l’anno, anche fuori festa: pranzare o cenare da Palmerino a Sandrigo. È la casa di Antonio Chemello, grande chef dello stoccafisso alla vicentina e velista emulo di Pietro Querini.
Da segnare in agenda, ricordare e provare.
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