Primitivo di nome e di fatto!

Tutto porta alla parola Primitivo!

by Edmondo Petito

Tutto porta alla parola Primitivo!
Oltre duemila anni fa gli Illiri portarono questa antica varietà in Puglia, ma Primitivo anche perché la sua raccolta avviene presto, data la precocità di maturazione.

Fu don Francesco Filippi Indelicati, sacerdote di Gioia del Colle, a osservare la maturazione di questa bacca rossa già nella prima metà di Agosto. E poi un’altra curiosità, che rende la storia di questo vino ancor più affascinate: test del DNA e diverse ricerche storiche sembrano avvalorare l’ipotesi che il Primitivo abbia più di qualcosa in comune con la varietà Zinfandel della California che, all’epoca in cui il Primitivo fu introdotto in Puglia dagli Illiri, era una terra ancora inesplorata e sconosciuta.

Infine, i più ignorano il fatto che il Primitivo sia diffuso anche in altre regioni italiane del meridione come l’Abruzzo, la Campania e il Molise. Così come che, solo successivamente si diffuse a Taranto e Lecce dalla zona di Gioia del Colle.

Vinificato in purezza si presenta di colore rosso rubino e al palato è caldo, dal gusto speziato e fruttato.

Alla storia e alla notorietà del Primitivo hanno contribuito, nel bene e nel male, molti agronomi, vinificatori, aziende, enologi. Ma anche tante etichette, come Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto di Tenute Chiaromonte.

I 32 ettari di vigneti e uliveti di Tenute Chiaromonte si estendono nel territorio di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, dove i suoli calcarei ricchi di minerali e argille rosse, insieme alla tecnica di allevamento ad alberello, permettono al Primitivo, vitigno protagonista dell’enologia pugliese, di esprimersi al meglio.

Il “Muro S. Angelo Contrada Barbatto” è un vino rosso intenso e profondo, ricco e corposo, animato da una buona freschezza. Prodotto con uve Primitivo in purezza, da viti di ben 80 anni, questo è un vino rosso pugliese di straordinaria intensità e complessità, capace di mostrare al meglio tutte le potenzialità del suo varietale. Dopo la vendemmia manuale e la fermentazione, il vino affina per un periodo di circa 18 mesi in botti di rovere francese, per poi sostare in bottiglia sei mesi senza alcuna filtrazione. Il risultato è un Primitivo eccellente con un tocco caldo e avvolgente, con morbidi tannini e un lunghissimo finale.

L’unicità delle caratteristiche della zona di produzione di Gioia del Colle delle Tenute Barbatto, determinano un carattere più delicato e fresco rispetto all’area di Manduria e Sava. I suoli calcarei e l’altitudine contribuiscono a una maturazione di uve dal corredo aromatico equilibrato e meno ricche di zuccheri. Nasce così un Primitivo dal sorso scorrevole e dinamico, che esprime aromi fruttati e sentori della macchia mediterranea di grande finezza espressiva.

Perfetto da portare in tavola con della carne alla brace o con una grigliata mista.

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