Spaghettoni di Benedetto Cavalieri: “Ne vale la pena”?

Bisogna provare per giudicare, ma vi anticipo che “ne vale la pena”!

by Edmondo Petito

Ogni azienda ha la sua storia e le sue peculiarità che la rendono unica. Ce ne sono alcune, però, che sembrano incuranti del tempo che passa, che sono sempre in mano alla stessa famiglia e che, nel rispetto delle evoluzioni manifatturiere che perseguono attentamente, mantengono lo stesso DNA in tutto, anche nel prodotto. In queste aziende il prodotto è l’azienda e l’azienda è il prodotto, e la famiglia è entrambi!!!

La pasta è un prodotto tipicamente italiano, lo sappiamo tutti. Ma la pasta per essere memorabile ha bisogno di qualche sforzo in più in produzione rispetto ad altri cibi. 

Tante volte nella mia vita ho confrontato, in modo più o meno scientifico, dei prodotti. Una delle tecniche che trovo da sempre interessante è, per prodotti come questo che hanno bisogno di un “accompagnamento” nel consumo quotidiano, fare un confronto in purezza. Per fare bene questa prova conta molto preparare e cuocere bene il prodotto, seguendo le istruzioni del produttore o quelle della normale pratica culinaria, ma anche cuocere per il tempo giusto (attenzione, i tempi di cottura sulle confezioni sono pur sempre indicativi: non lesinate mai gli assaggi per arrivare al giusto punto di cottura secondo i vostri gusti!).

Lo spaghettone di Benedetto Cavalieri richiede il suo tempo, anche se si vuole apprezzarlo particolarmente al dente: servono almeno 16 minuti, come indicato nel meraviglioso cartellino blu che chiude la confezione. In realtà il produttore scrive che “ne vale la pena”.

In questi nostri tempi, siamo alla ricerca di cibi pronti, veloci e facili da preparare o con tempi di cottura ridotti. La vita moderna richiede “servizio”, ci viene detto.

E’, quindi, necessario per un produttore di pasta di qualità doversi quasi “scusare” del fatto che il proprio prodotto impieghi 5 minuti in più di cottura rispetto a prodotti più industriali o addirittura 10 rispetto a prodotti semi-pronti. Un pregio che è uno degli indicatori della qualità del prodotto (quello della lunga cottura) che in alcuni casi rischia di diventare un ostacolo per chi è addetto ai fornelli in famiglia.

Ma perché occorre tutto questo tempo per cuocere alla perfezione gli spaghettoni di Benedetto Cavalieri? L’azienda lo spiega con grande semplicità: per il metodo di lavorazione definito “DELICATO”, ovvero prolungata impastatura, lenta gramolatura, pressatura delicata, trafilatura al bronzo ed essiccazione a bassa temperatura. In buona sostanza, dopo aver scelto le migliori materie prime si fa di tutto per preservarne la loro bontà, profumi, sapori, caratteristiche e si procede con attenzione, delicatamente, con grande cura per ottenere, come dice l’azienda, una consistenza della pasta notevole e una grande permeabilità ai condimenti. Caratteristiche di alta qualità che portano ad avere un prodotto che richiede più tempo per essere preparato!

Ebbene, l’assaggio in purezza, specie se effettuato con il confronto con altre paste di qualità, sorprende: questa pasta ha caratteristiche rilevanti sotto tutti i profili. Già dall’apertura della confezione si apprezza un profumo intenso e piacevole. Al tatto lo spaghettone fa sentire la sua ruvidità e struttura grazie alla trafila in bronzo ed alla sua lavorazione lenta.

In cottura il profumo del grano pervade la cucina e sorprendentemente l’acqua rimane più limpida rispetto a molti altri prodotti. 

Il tempo in cottura scorre, ma i profumi che vengono emessi dalla pentola che ribolle fanno pregustare un piatto prelibato e l’attesa non pesa, anzi!

Quando gli spaghettoni sono pronti e vengono scodellati l’occhio non può non cadere sulla struttura di questo prodotto che, nonostante il tanto tempo trascorso in acqua bollente, ha una forma perfetta e disegna curve tipiche della pasta con cottura a puntino.

L’assaggio rimane il punto forte. La consistenza è meravigliosa e la masticazione diventa un esercizio utilissimo a far sprigionare alla pasta tutte le sue meraviglie. La bocca viene pervasa da profumi e sapori di grano, da una diffusa piacevolezza e non si ha mai la sensazione di qualcosa fuori posto.

Potrete condire nel modo più semplice possibile (aglio, olio e peperoncino) così come potrete osare con spadellate creative a base di pesce, carne o verdure; questa pasta manterrà sempre le sue caratteristiche e non sarà mai neutra bensì protagonista insieme al condimento.

Alcuni consigli, come spesso propongo, per allietare l’attesa e godere di una totale armonia di profumi e “note” di accompagnamento: Lucia Minetti, interprete italiana dalla voce sofisticata, intensa e delicata, che riesce a rimanere potente anche quando “canta sussurrando”. 

Ci sono diversi album di quest’artista che potrei consigliarvi, ma quello che ritengo perfetto come abbinamento è Jazz Natural. Un album registrato in maniera magistrale dall’italianissima casa discografica Velut Luna, creatura di Marco Lincetto, uno dei maestri italiani del suono di qualità. Pochi ma eccellenti ingredienti: la voce di Lucia Minetti in centro, la chitarra acustica suonata da Pietro Ballestrero a sinistra e il contrabbasso con Stefano Profeta a destra.

Lo Spaghettone di Benedetto Cavalieri non ha limiti di sorta…bisogna solo prendersi il tempo di prepararlo, condirlo, degustarlo e accompagnarlo pazientemente in questi passaggi in maniera da allietare l’attesa per cui, posso dirlo, “ne vale la pena”.

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